In queste ultime settimane, tra quando ero in ferie e ora che son tornato al lavoro – non chiamiamole “vacanze” che sono un’altra cosa, oltre ad essere “sacrosante” – grazie a Davide prima, e a Gibbo & Sara poi, sono riuscito ad arredare, in maniera utile, due parti della mia adorata casa.
Il disimpegno.
Quando lo vidi in visita con l’agente immobiliare, vi era appeso un appendiabiti di legno con pannelli di legno che scendevano fino al battiscopa con una parte centrale in velluto, a tema floreale. Tenuto dai precedenti proprietari – giustamente – è stato tirato via prima del rogito.
Una volta comprata la casa, tirata via quella polverosa carta da parati, imbiancate le pareti, quell’angolo era rimasto spoglio. Nell’angolo accanto al bagno avevo messo il cesto dei panni sporchi – ora in ripostiglio – e accanto lasciavo le scarpe.
Ho girato un anno e mezzo per negozi di mobili nuovi e mercatini dell’usato cercando un simile appendiabiti, magari con scarpiera, ma difficilmente trovavo qualcosa nello stile che avevo in mente e quando qualcosa ci si avvicinava, le misure non andavano mai bene. Alla fine mi sono messo a scancherare sul sito dell’Ikea e ho composto la mia idea: una panca con mensola poggiascarpe, due specchi da attaccare direttamente alla parete (affiancati l’uno all’altro) e sopra, l’attaccapanni estensibile più diffuso nelle case italiane!
Ho dovuto comprare un trapanino avvitatore – quello economico dell’ikea, d’altronde non lo userò poi molto spesso – viti e tasselli e punte per il trapano li ho presi invece dal mitico emporio ferramenta Catellani sulla via Emilia.
E con calma mi sono messo a “creare” il mio appendiabiti con panca e scarpiera. Con una livella prestata dal vicino di casa, ho preso le misure a bolla e ho segnato dove bucare. La parte più difficile è stata la posa degli specchi nei supporti fissati a muro. Una fase del lavoro in cui la paura che lo specchio scivolasse e si rompesse garantendo 7 anni di jella, seppur forte, non ha avuto la meglio sulla concentrazione.Non so come, non so perché, c’è uno scarto di livello di circa un centimetro fra i due specchi, e ho scoperto che ho le pareti della zona notte un zinzino storte. Anche se lo stile della composizione è un po’ misto, per me il risultato è soddisfacente!
L’ingresso.
L’ambiente più spoglio della casa, alla visita con l’agente immobiliare, oltre alla stessa carta da parati del disimpegno, presentava uno specchio accanto al citofono, e una piccola consolle, di quelle dove si appoggiavano il telefono e l’elenco fino agli inizi degli anni ’90.
Tirata via la carta da parati e imbiancato l’ambiente, ho riciclato un piccolo mensolino piazzandolo sopra il radiatore (che non accendo mai) e dove poggio chiavi e posta.
Ma la borsa o il borsello li devo poggiare o sul divano o sul comò, ed è facile dimenticarli quando devo uscire, magari di fretta! Il problema in questo ambiente, era quello di trovare un mobiletto simile, magari chiaro, magari aperto dietro per non dover togliere la presa del telefono che userò un giorno per attaccare il router dell’adsl (quando mi deciderò con chi farlo!) anche perché dubito che mi farò il telefono fisso (credo)(boh).
Alla fine, quasi per caso, mentre con i miei amici ci stavamo recando alle casse, ecco in un lampo la soluzione. Presa al volo.
Montato il mobiletto è uscito un problemino: la presa (esterna) del telefono andava a sbattere proprio dove i ripiani si incrociano! Ho staccato la presa dalla parete e l’ho isolata, pronta per essere ri-fissata alla parete al momento del bisogno e domani prenderò la bomboletta di vernice bianca stuccata che tengo in cantina e che avevo usato in precedenza per il garage, e spruzzerò un po’ di vernice dove era attaccata la presa, bisognerà guardare da vicino per cogliere la differenza.
Il risultato si vede dalla foto e come dissi a Gibbo mentre commentavo che le misure di quel mobiletto erano perfette e meglio del nome, “ec-kallax“!!
I miei ex non hanno ancora capito cosa si sono persi! :-p