30 anni dopo il muro

Il muro dividerà Berlino per i prossimi 100 anni –
frase attribuita nell’estate 1989 ad Erich Honecker, segretario del Partito di Unità Socialista di Germania

Già pochi anni dopo la nascita della Repubblica Democratica Tedesca, vi fu un flusso emigratorio molto intenso verso la Repubblica Federale Tedesca, tanto che nel 1961, la SED – il partito comunista della Germania orientale – decise di chiudere le frontiere letteralmente, in particolare a Berlino, divisa tra Est e Ovest, e nella notte del 13 agosto, cominciò ad erigere un muro definito di “arginazione e protezione dal fascismo” noto in tutto il mondo come “il muro di Berlino”, simbolo della guerra fredda e più ancora simbolo della divisione dell’Europa in due sfere d’influenza.

L’espatrio verso i Paesi del blocco occidentale era considerato un reato: il codice penale lo definiva “fuga dalla Repubblica” ed inserito fra i “delitti contro lo Stato”. Tuttavia era possibile inoltrare una “domanda” per trasferirsi nei Paesi occidentali presso il Ministero degli Esteri, ma puntualmente questa veniva respinta, e reiterare quella domanda poteva costare, non solo l’interessamento della Stasi, ma anche un “soggiorno forzato” nelle terribili celle d’isolamento di quella che veniva chiamata “Gelbes Elend” – la “Miseria Gialla” – o alla “Stasi-Knast”, i peniteziari di massima sicurezza di Bautzen, dove venivano richiusi i dissidenti politici insieme ai peggiori criminali, ed il cui nome – “Bautzen II” – era tristemente famoso e maggiormente temuto in tutto il Paese. Altra storia era varcare le frontiere verso gli altri Paesi del Patto di Varsavia, dato che anche quei Paesi non permettevano di varcare le frontiere verso i Paesi occidentali.
E questa situazione rimase immutata fino alla fine degli anni ’80, quando in Ungheria, nel giugno 1989 il comunismo cadde ed il nuovo governo aprì le proprie frontiere con l’Austria, e migliaia di cittadini tedesco-orientali ne approfittarono per raggiungere la Germania occidentale. Un paio di mesi dopo, migliaia di tedeschi-orientali, manifestavano davanti le sedi diplomatiche della Germania occidentale nei Paesi dell’Europa orientale!

Con queste premesse, Gorbacëv visitò Berlino Est in occasione del 40° anniversario della fondazione della Repubblica Democratica Tedesca, esortando – ancora una volta – la leadership del Paese ad adottare le riforme che egli stesso stava portando avanti in Unione Sovietica. Honecker era contrario alle riforme, e da “comunista ortodosso” convinto, arrivò perfino a vietare le pubblicazioni sovietiche che a quel punto considerava sovversive.
La stessa sera del 7 ottobre 1989, il popolo si radunò a protestare davanti al Palast der Republik, il luogo centrale delle istituzioni del Paese.

Il 18 ottobre, a seguito di varie rivolte cittadine, il Partito depose Honecker e lo sostituì con Egon Krenz, che presentato sotto una veste di giovane riformatore, era malvisto dalla popolazione che non solo lo riconosceva come “delfino” di Honecker, ma pochi mesi prima, aveva elogiato le autorità cinesi per la repressione dei moti popolari di piazza Tien An Men.

Nel tentativo di salvare il regime, Krenz ed il Politbüro della SED, elaborarono ed annunciarono alcune riforme, fra cui quella delle regole per varcare il confine con l’altra Germania (in poche parole, si stavano “allentando le restrizioni di viaggio”), ed in una conferenza stampa, il corrispondente ANSA da Berlino Est, Riccardo Ehrman (di origini italo-polacche, adesso 90enne) chiese al portavoce del Politbüro, Gunther Schabowski, quando queste regole sarebbero entrate in vigore. Ed ecco la storia compiersi.

Gunther Schabowski, con le mani sudate, cercò fra le veline in suo possesso la risposta a questa domanda, e non trovandola, rispose:

“Se sono stato informato correttamente, quest’ordine diventa efficace immediatamente.”

In realtà, le disposizioni dovevano entrare in vigore da li a pochi giorni – Schabowsky fu espulso immediatamente dal partito – ma ormai era troppo tardi: la notizia aveva raggiunto decine di migliaia di berlinesi-orientali che si precipitarono immediatamente ai varchi con Berlino Ovest!

Le guardie di frontiera sorprese da questa immensa folla festante che chiedeva di passare, tempestarono di telefonate il comando in attesa di istruzioni, intasando le linee telefoniche, impreparate e non potendo fare altro, lasciarono passare la gente senza nemmeno controllare i documenti, aprendo totalmente i posti di blocco!

Le reazioni dei berlinesi-orientali furono euforiche: gente che saliva sul muro, gente che prendeva il muro a colpi di piccone, gente che piangeva di gioia, e – fonti Rai affermarono – gente che riconobbe il giornalista italiano Riccardo Ehrman e che lo ringraziarono, e lo portavano in trionfo. Una notte di gioiosa follia in cui la giornalista Lilli Gruber realizzò un servizio per il tg2 seduta sopra il muro in mezzo ai berlinesi festanti.
Berlinesi dell’est e dell’ovest si abbracciarono dopo numerosi anni di separazione e i bar ed i pub vicini al muro cominciarono perfino ad offrire birra gratis a tutti, ed insieme ai berlinesi festanti in strada, centinaia di giornalisti di ogni Paese, commentarono la notizia consegnando al mondo e alla storia le immagini che sono rimaste impresse nella memoria collettiva, segnando il punto di non ritorno nel crollo dei regimi autoritari dell’Europa orientale, e la fine del cosiddetto “secolo breve”.

Il Bundestag – il parlamento della Germania occidentale, a Bonn – accolse la notizia riconoscendo un commosso omaggio a Willy Brandt – ex Borgomastro di Berlino Ovest nell’anno in cui venne eretto il muro, e successivamente Cancelliere, famoso per la sua “Ostpolitik” con cui ridusse gli attriti fra le due Germanie derivanti dalla guerra fredda – con un applauso e cantando l’inno nazionale. Il Cancelliere all’epoca in carica, Helmut Kohl, si trovava a Varsavia, in missione diplomatica con il nuovo governo per una sorta di riconciliazione, interruppe la visita per poi riprendere la missione diplomatica pochi giorni dopo e congedando la Ostpolitik cominciò a parlare di riunificazione.

Nelle due superpotenze, le reazioni furono svariate: i media statunitensi commentarono molto enfaticamente l’improvvisa caduta del muro, mentre i politici guardavano all’evento con sospetto, convinti che la caduta del muro non fosse poi così casuale ma anzi “un tentativo di tenere in piedi il regime” – come affermò Bob Dole – mentre il Presidente Bush – più freddo nelle sue relazioni diplomatiche con Gorbacev rispetto al suo predecessore Reagan – profondo conoscitore della diplomazia internazionale, restò a guardare assicurando tuttavia a Kohl che il suo Paese avrebbe appoggiato la causa della riunificazione tedesca anche davanti al leader sovietico.
In Unione Sovietica, la TASS – portavoce ufficiale del regime – comunicò la notizia in maniera asettica, senza particolari commenti, mentre al Cremlino, la linea politica da seguire non era chiara, Gorbacev affermava che la “dottrina Breznev era morta e sepolta” e pochi mesi dopo, avrebbe appoggiato la causa della riunificazione tedesca solo per motivi diplomatici. Gorbacev avrebbe certo preferito che il regime tedesco-orientale seguisse la perestroika in modo da poter dimostrare che il socialismo potesse ancora affermarsi in Europa e rafforzare anche questa sua stessa politica – la perestroika, appunto – in patria, ma caduto il muro, il tema della riunificazione non poteva essere più fermato.

Qualche giorno dopo, il Maestro Rostropovic improvvisa un concerto suonando il suo violoncello davanti al muro per celebrare l’evento.

Da lì a poco meno di un anno, la DDR cesserà di esistere, ma questa è un’altra storia.


Alla fine degli anni ’90, nei cinque lander orientali si comincia a delineare un fenomeno chiamato “Ostalgie”, un gioco di parole fra “ost” – “est” in tedesco – e “nostalgie” culminato pochi anni dopo con film come “Good Bye, Lenin!“, e addirittura fiere in cui si vende memorabilia e gadget del passato regime. Nel ventennale della caduta del muro di Berlino, un sondaggio commissionato dal governo federale tedesco rivelò l’insoddisfazione dei tedesco-orientali a partire dalle condizioni della riunificazione e le delusioni delle aspettative in una misura ben superiore a quella considerata per certi versi “fisiologica”.

Tutto sommato, nessuno dei tedesco-orientali rimpiange il regime oppressivo della SED e della Stasi.

In tempi di luce declinante

Devo ammettere che è difficile trovare un altro libro con un titolo così poetico e allo stesso tempo così azzeccato in tutte le sue metafore…

…infatti la luce declinante è quella dell’autunno del comunismo poco prima della fine, l’autunno in cui il 1° ottobre 1989, giorno cardine da cui si dipana tutta la storia, o meglio, si dipanano le storie dei vari personaggi.

Protagonista è la famiglia Umenitzer, una famiglia quasi borghese, che torna dal Messico nel 1952 e le quattro generazioni che si affacciano in questa storia, sono tutte diverse fra loro ma accomunate solo dal declino che avanza…

  1. Charlotte e Wilhelm per cominciare, sono due comunisti convinti che il loro “nuovo” Paese, la DDR (per noi italiani “la Germania orientale”) abbia bisogno di loro, ed è per questo che Charlotte lascia quella vita che tutto sommato non era male in Messico e sposare e stare accanto a Wilhelm, anche se tutto sommato si accorge quasi subito che non è oro tutto ciò che luccica e verso la fine andrà sempre più in declino psicologico quanto più il marito andrà incontro al declino fisico…
  2. Kurt – figlio di Charlotte ma non di Wilhelm – e sua moglie Irina – e la madre di quest’ultima, Nadezda Ivanovna – invece, sono due comunisti convinti che ci vuole un rinnovamento democratico, Kurt in particolare, che trascorse alcuni anni all’interno di un gulag staliniano, è un riformatore, un “Kruscioviano” che per anni ha temuto un ritorno dello stalinismo più becero ed intollerante, ma poi ha finito in qualche modo per rassegnarsi all’andare delle cose, tra scappatelle e l’occhio di vetro, mentre sua moglie Irina – conosciuta in URSS e trasferitasi in quella Germania dove non imparerà mai bene il tedesco – è una donna che sa quel che vuole e che sa cosa significa essere moglie e madre in un Paese socialista, facendo buon viso a cattivo gioco (non solo le scappatelle del marito ma anche il modo in cui procurarsi delle albicocche quando ancorala DDR era più solida del muro che attraversava e divideva Berlino) e disperandosi quando il figlio…
  3. Alexander – figlio di Kurt e Irina che ci tiene tantissimo a questo figlio prima della “Svolta” e del successivo alcolismo – detto anche Sacha, è un giovane che cresciuto all’interno del sistema messo in piedi dal regime filosovietico cerca di capire cosa non va nella sua vita, e cresce con incertezza e disillusione, non credendo in niente e distinguendosi dalle due generazioni precedenti con la sua non-coerenza e la voglia di non impegnarsi, e che sembra trovare se stesso e un proprio equilibrio solo dopo la “Svolta”, ovvero la riunificazione delle due Germanie e la fine della DDR, ma rimanendo disincantato fino a quando nel 2001…
  4. ed infine Marcus – figlio di Alexander e della sua prima moglie, Melitta – che sarà solo testimone di quel giorno di ottobre del 1989 e che tanta rabbia covava verso il padre che non riesce a capire e che lo aveva abbandonato insieme alla madre e che di quel loro mondo ha visto solo il declino…

Ogni capitolo racconta punti di vista diversi in date diverse sotto il punto di vista di un personaggio alla volta, circondato sempre da quel corredo di personaggi minori e dal contesto sociale di quegli anni, nonché dalle proprie esperienze e dai propri ricordi. L’unica data che viene “ri-vista” dal punto di vista di tutti i personaggi principali (compresa la vecchia Nadezda Ivanovna, che sotto sotto ispira tanta tenerezza) è quella del 90° compleanno del vecchio Wilhelm Umenitzer, il 1° ottobre 1989, un giorno di festa a cui mancheranno solo Alexander che la notte prima era riuscito ad emigrare nella Germania Ovest, e sua madre Irina, distrutta dal dolore di non poter più rivedere il figlio ormai “passato di là”.

In questo libro, oltre all’atmosfera di un mondo perduto che solo chi lo ha vissuto lo poteva conoscere, oltre alle passioni, alle illusioni e disillusioni, e alle paure agli inganni, alle bugie e ai tradimenti, e alle tragedie personali che ci si porta dentro, c’è anche un pizzico di ironia – bella la frase con cui il 90 enne Wilhelm accoglie i fiori … “porta la verdura al cimitero!” 😀

Oltre a consigliarvelo vi do un consiglio fondamentale per riuscire a stare a passo con questo libro e a non farselo pesare…. all’inizio, leggete uno, massimo due capitoli per volta… quando arriverete ad apprezzare appieno i personaggi, allora gustatevelo tutto fino alla fine. 😉

E adesso è toccato al divo Giulio…

Ormai lo davamo davvero per eterno, Giulio Andreotti…

…sempre presente nella politica italiana, dalla Costituente fino ad oggi… anzi anche da prima, da quando nel 1942, cominciò ad avvicinarsi ad Alcide De Gasperi e alla Democrazia Cristiana. Ad oggi, era l’ultimo padre costituente ancora in vita, l’ultimo “mostro sacro” del potere e della “prima repubblica” nonché depositario di tutti i suoi segreti, l’ultimo statista italiano conosciuto all’estero come in patria.
Ha visto l’ascesa e la caduta di tanti leader, nonché anche la loro morte… Margaret Thatcher, morta poco tempo fa, ad esempio era più giovane di lui di 6 anni!
Aveva la battuta pronta, sagace e spiazzante, a volte perfino irriverente, ed aveva senso dell’umorismo da vendere ma che usava solo quando l’occasione ne dava opportunità, mai quando era il momento serio, mai fuori luogo. (Cosa che altri politici di oggi dovrebbero imparare!)
Agli albori di questa “terza repubblica” così uguale alla seconda, ha visto perfino i post-comunisti morire (o quasi) democristiani!

Il film “il divo” ne fa un ritratto spiazzante che solo la storia, fra anni ed anni, ci dirà quanto fosse vicino alla realtà.
Come la morte della Thatcher, anche la sua morte genera una marea di battute e di vignette su internet e su facebook, che presto potrebbero riempire un libro. Le più leggere sono “non sarà sepolto, sarà insabbiato!” oppure “per essere sicuri, aspettiamo il terzo giorno!”, mentre altre battute pesanti riguardano invece la forma del funerale strettamente privato, e che non voglio riportare.
Bastano già le foto che certamente non saranno usate per la lapide! 😛

Un uomo all’antica che sui diritti civili degli omosessuali ha sempre sparato pareri negativi ed opinioni contrarie. Era il suo pensiero, frutto di una generazione cresciuta – nonostante tutto – a balilla e olio di ricino. Ma – nonostante tutto – fu il primo a volere e ad avere una donna come ministro nel suo governo (Tina Anselmi, Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale nel III° Governo Andreotti), fu più volte Ministro degli Esteri dal 1983 al 1989 sotto i governi di Craxi prima, e di Forlani, Goria e De Mita poi, e come tutti sanno, 7 volte Presidente del Consiglio anche se pochi sanno che il suo primo mandato fu il più breve della storia repubblicana… 9 giorni! (Ma fu anche la causa delle prime elezioni anticipate, quelle del 1972!)
Beh, poi chissà… forse questo è un segno, che le cose stanno per cambiare davvero…

Addio Senatore!

Addio Whitney

Questo genere di articoli non mi piace scriverli.
Non tanto per il fatto che la persona di cui si scrive non c’è più, ma spesso perchè non voglio fare come i tanti che scrivono elogi spassionati appena compare la bara di Tizio o Caio senza neanche sapere di che si parla.
Non ho mai seguito la sua carriera con chissà quanto interesse, non sono un suo fan sfegatato, ma un’artista come Whitney Houston merita comunque un pensiero. Non riesco a pensare come sia morta. Cioè, sembra irreale, anzi quasi assurdo come sia successo, ma all’improvviso. L’altra notte, mentre con la mia insonnia mi mettevo vicino alla finestra a vedere la neve per terra, con la tv sintonizzata su Rai News, faccio per spegnere quest’ultima quando leggo un flash “ultim’ora” che avvisa di quest’avvenimento.
Spensi la tv non pensandoci più di tanto, e nella mia solitudine, ci tornai col pensiero
ricordando di qualche suo concerto “recente” in cui si sente una voce diversa da quella d’esordio e da quella che intona il suo brano più famoso – “I will always love you” – e non potevo fare a meno di pensare a che disgrazie questa donna è andata incontro. Il matrimonio burrascoso, l’alcool, la droga… ed è morta così… annegando nella vasca da bagno… e aveva solo 48 anni! Che vita! Ma nessuno ha mai detto che la vita è bella, ma che vale la pena viverla.

E se devo ricordarla, voglio ricordarla pensando ad un suo brano molto famoso, ma di quando era una giovanissima ragazza cresciuta in un ambiente impregnato di musica e con la sua carica di energia, la sua voce accompagnava un ritmo che molti non dimenticheremo mai…

…goodbye Whitney, I hope you’ve danced with somebody who loves you…

foto di facebook…

…ovvero, all’anima dell’avatar!

Qualche settimana fa, è scoppiata su facebook la mania di mettere come propria foto principale, quella del cartone animato preferito… una vera e propria “opoerazione nostalgia” a cui ho voluto partecipare anch’io ma ero nel dubbio fra…

…le avventure di tre sorelle fantastiche, oppure…

…ad avercela una bella voce ed i poteri magici, oppure…

…anche solo i poteri esp basterebbero!

Ce ne stavano tanti di cartoni che negli anni ’80 ispiravano buoni sentimenti, e coraggio (Ken il guerriero non ammazzava mica a casaccio e comunque non era arrogante come gli alieni di Dragon Ball)(parlo dei protagonisti che non mi ricordo manco da dove venivano!), e facevano sorridere…
Cartoni animati che guardavo sempre ma a differenza di altri bambini, non emulavo mai. I miei giochi preferiti erano le costruzioni lego e non… giocavo sul tavolo della cucina e mi fermavo quando c’erano questi cartoni… un esempio che mi commosse un pochino e ve lo ripropongo qui… l’ultimo episodio di “occhi di gatto”

Insomma, se volevo partecipare a questa nuova mania di facebook dovevo solo scegliere… certo non era mica una questione filosofica, ma sono un tremendo indeciso… ho scartato quasi subito la 3a ipotesi (indeciso lui, indeciso io… che c’aveva due spasimanti, io manco uno!!!) poi considerando la 1a… tante avventure e tanti sentimenti, e quanto mi piaceva andare a 16 anni a “esplorare” vecchie case diroccate o vecchi ruderi – certo non in calzamaglia, ma vestito quasi da Indiana Jones – beh, le avventure c’erano state e mi mancano, e per quanto riguarda i sentimenti idem. Allora la 2a…

…mi piacevano molto la basi musicali di quelle canzoni, mi piace parecchio – viste anche le recenti fregature – questa canzone…

…ed ecco allora la scelta, l’incantevole Creamy…

…e ho scelto lei, per via della canzone, nemmeno io credo più alle favole, ma voglio vivere la mia vita come una favola, anzi come un’avventura, aperta a quasiasi evoluzione. Con sentimento e con ironia. (E non coi capelli turchini!)

tra contabilità ed inventario…

Sono circa 3 giorni che cerco di ricostruire minuziosamente il bilancio economico del 2009… Denaro …inoltre ieri mi è toccato anche lavorare… Sorpresa …in negozio è stato fatto l’inventario… a me e un altro collega è capitato il settore "per gli animali", in mezzora ho controllato e inventariato tutto quello che riguardava canarini, uccellini vari, pesci rossi e non (pirahna esclusi! Linguaccia), il settore in cui son rimasto bloccato per il gran casino che c’era… era quello del cibo per gatti! Perplesso
CINQUE ORE!!!! Sorpresa 5 FANTOZZIANE ESTENUANTI ORE!!!!!!!!!!!!! Orologio
E stanotte indovinate chi i ha chiesto una bella ciotola di Sheba…
…e si… è proprio ora di trovarmi un fidanzato!!! Linguaccia

zapping imprevisto…

Stasera trasmettevano il pesciolino Nemo su rai2… quando è finito ho girato su rai1 e c’era il programma di Carlo Conti… "I migliori anni…" ed in quel momento parlavano del mio anno di nascita e presentavano la canzone di Mike Oldfield – e la cantante – di…
…interessante come Maggie Reilly (ha 53 anni) non abbia perso capacità vocali, ve la ricordate…
…beh, adesso…
…senza trucco e con dei tipici britannici occhiali… sembrava mia zia!!! Linguaccia
Mi è piaciuto osservarla cantare… e ripensare al video, con la neve che scende a fiocchi fuori, questa notte…. un bel momento romantico… Cuore rosso …e poco importa che a casa sono solo… Angelo… ora faccio come le dediche… la dedico a tutti coloro che in questo momento possono spegnere al tv, prendere per mano la persona che amano, portarla alla finestra ed osservare la neve che scende romantica sulla città… Animoticon

una spiegazione:

…E che serva come monito per il futuro… Sarcastico …se noi, generazione anni ’80, siamo venuti cosi confusi, era per quello che mamma Rai, e zia Fininvest, ci proponevano… ora non so quale delle due – e non lo voglio sapere Pensieroso – ci proponeva questa cosa, ma…
…e non solo… guardate voi che emulazioni!!! A bocca aperta

…e dopo la zitellona col dottore imbarazzato al ristorante (che spero non sia anche il suo ambulatorio! A bocca aperta)…
…e due studenti rincoglioniti da 14 ore di studio (dicono loro… ma che materia studiavano??? Sorpresa "cazzeggiamento applicato"? Linguaccia)…
…e la "bambina cattiva" (qualcuno chiami l’esorcista, please! A bocca aperta)…
…a finire passando dal duetto allo sclero a 4! Linguaccia

Io mi sto chiedendo se ora riuscirò a dormire… e voi? Animoticon

scherzi della mente

Qualche giorno fa, ho visto una mostra (che ha chiuso i battenti domenica) intitolata "infinito fa rumore – eternità fa silenzio" di Maria Papadimitriou… non sto ora a scendere nei dettagli, ma… c’era un nastro di Moebius fatto con dei fluorescenti flessibili, e la cosa mi faceva venire in mente un coretto femminile (nota unica: uuuuuuuuuuuuhhhhhhhhhhhhuuuuuuuuuuuuuuuuuuu!!!!!!!!!!!!!!  NotaSorpresa e nella notte mi è venuto in mente perchè….
Holding out for a hero – Bonnie Tyler – 1985
La frusta fluorescente!!!! Sorpresa Ecco cosa mi ricordava!!!! Animoticon
Spero il video vi piaccia!  Caldo Mi piace sia la parte delle spiritate che quello con le fruste ………che niente niente sto diventando sadico? Linguaccia
 

about YouTube

Grazie a YouTube e alla sua voce "video correlati" ho scoperto tanti brani e gruppi a dir poco sfiziosi, e a seguire cantanti ingiustamente ignorati in Italia e che meriterebbero molti e molti fan club… Animoticon … fra i vari capitati, uno delle Baccara – la formazione originale, già citata in passato –  con atmosfere, musiche, e tonalità che mi facevano venire in mente l’incantevole Creamy…
…ebbene il video è questo che segue… Nota
   
….ma qualcuno sa dirmi in francese che stanno a dire??? Sorpresa … Linguaccia