A metà anno, ho accolto le ferie con una tremenda emicrania che mi ha assillato per giorni e con il ventesimo anniversario del mio primo amore tra ricordi dolci e riflessioni amare.
Ovviamente non era questo il tipo di ferie che mi auspicavo di fare quando ho formulato i propositi del nuovo anno il 31 dicembre precedente.
Ho dovuto adeguarmi a trascorrere le mie ferie qui in città, o andando all’ikea un paio di volte, la prima volta risolvendo il disimpegno, e la seconda volta, a sorpresa, la versatilità del Kallax mi ha risolto il problema dell’ingresso di casa: un mobiletto dove poggiare le cose appena arrivato a casa. Nonostante questa nota positiva, la mancanza di vere vacanze si è fatta comunque sentire.
Se il mese di luglio è finito con il 100° compleanno della straordinaria Franca Valeri, circa una decina di giorni dopo, la stessa ci ha lasciato. In genere non mi piace molto scrivere articoli commemorativi, ma questa volta non potevo non pubblicare un mio pensiero a riguardo. Quasi tutte le volte che viene trasmesso in televisione (o quasi tutte le volte), rivedo con molto piacere uno dei film in cui non solo era protagonista, ma anche la sceneggiatrice, nonché uno dei film – per sua stessa e ripetuta ammissione – a cui era maggiormente affezionata: il Segno di Venere, diretto da Dino Risi nel lontano 1955! La prima volta l’ho visto più di venti anni fa, e l’avevo recensito sul mio blog quasi dieci anni fa, ne so a memoria quasi tutte le battute, eppure non mi stanco mai di rivederlo! Il mio mese di agosto è stato segnato da questo evento, e dal mio disgusto nel veder farsi avanti negazionisti della pandemia, ribattezzati da alcuni mass media come “no-mask”. Una categoria di irresponsabili su cui pesano gli infetti e, soprattutto, i morti della seconda ondata arrivata poco dopo!
Nel mese di settembre, altre due settimane di ferie passato principalmente in casa a svolgere piccoli interventi di manutenzione, ed un temporaneo riavvicinamento alla passione politica, in vista soprattutto del referendum costituzionale volto a confermare il taglio dei parlamentari. E anche questa volta, le delusioni non sono tardate ad arrivare: se in cucina il montaggio della ciabatta ha risolto un paio di problemi, la sostituzione dell’avvolgicorda della tapparella è andato bene fino a quando il supporto murario di una delle viti ha ceduto e per poco ho sfiorato il disastro; in politica, gli italiani si sono dimostrati i soliti elettori “non-pensanti”, rinunciando ad una democrazia imperfetta per rinforzare la demagogia ed il populismo del movimento 5 stelle ed inconsapevolmente, favorendo l’oligarchia partitica!
Non ho mai mancato nessun appuntamento elettorale, e questa volta, pur sapendo in fondo che sarebbe finita così, speravo fortemente di sbagliarmi, speravo fortemente in un voto ragionato, un voto di testa e non di pancia! Dopo le prossime elezioni – soprattutto se non verrà riconfermato l’attuale Presidente della Repubblica – l’intero Paese finirà molto molto male, e questo la gente ancora non lo capisce!
Una settimana dopo, in un congresso del locale circolo arci, sono stato riconfermato nella squadra del direttivo, una delle poche soddisfazioni fuori casa di questo mese!
Il mese di ottobre l’ho cominciato riprendendo a disegnare.
Era da molto tempo che non lo facevo, da prima ancora di trasferirmi a Reggio Emilia! E devo dire di aver perso un bel po’ la mano, ma spero di riuscire a creare un bel logo per il mio blog entro l’estate. Intanto, le manifestazioni dei negazionisti – no mask e no vax, complottari del menga, e similari – mi hanno disgustato tanto da farmi quasi accettare l’idea – sbagliata – che sia meglio avere uno Stato di polizia piuttosto che dar loro spazio per protestare sabotando il Paese. Ma questo è un altro discorso che – per non incorrere in un’altra gastrite, e magari in qualche denuncia – preferisco non approfondire. Ma una domanda (seppur retorica) la voglio porre lo stesso: che carico di frustazioni hanno, quella manica di analfabeti funzionali, tanto da minacciare giornalisti e inseguire ambulanze? Una volta stavano ad ubriacarsi al bar e/o a vergognarsi della loro stupidaggine, della loro ignoranza, ora invece occupano piazze, creano disordini, perchè? Innegabile dire che purtroppo i social media hanno giocato un ruolo pesante in questo evolversi degli eventi: una volta rimasti isolati, si dovevano impegnare per uscire dalla loro condizione di stupidità e di ignoranza, ora invece si rafforzano gli uni con gli altri con post di facebook e twitter!
Altre manifestazioni in quel mese, furono invece di tutt’altro tenore, e sacrosante!
Quelle a sostegno del disegno di Legge Zan contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale e contro la misoginia, che si sono tenute in varie città del Paese, compresa la mia Reggio Emilia e a cui ho orgogliosamente partecipato. Il disegno di Legge è stato avversato da molte parti, e il continuo rinvio della discussione in aula è stato estenuante. Mesi e mesi ad attendere la discussione di una Legge che ha un impatto concreto sulle nostre vite. Questa lotta non si ferma.
A fine mese, viste le nuove misure per il contenimento dei contagi, si è svolto online il Congresso dell’Arcigay di Reggio Emilia, dove mi sono impegnato – come membro del direttivo – ad occuparmi dei rapporti con il circolo Arci Gardenia (con cui condividiamo la sede) e ad occuparmi di cultura, della presentazione dei libri in particolare, perché nonostante quello che si pensi, la cultura è ancora uno strumento utile per lottare contro le discriminazioni, per dissipare e dissolvere quegli odiosi stereotipi che contribuiscono in maniera determinante a peggiorare le nostre condizioni di vita. Non posso fare molto, ma è pur sempre qualcosa, per pur piccolo che sia il mio contributo, per una causa molto più grande di me.
Il mese di novembre l’ho cominciato sostituendo il tavolino che reggeva la tv – e che esteticamente faceva a cazzotti con il resto del mobilio del soggiorno – e completando il mio kallax all’ingresso. Giorno di ognissanti.
Il giorno dopo è venuto a mancare Gigi Proietti ed è stato forse il giorno che più del precedente ha dettato la linea a tutto il mese: un mese in cui ho tirato le somme di molti pensieri, in cui ho maturato nuovi piani e ho tirato le somme sugli eventi recenti appena passati. Un mese di riflessione in vista dell’ultimo mese di questo anno piuttosto nefasto, e realizzato – ancora una volta – che il tempo passa per tutti.
Come non fossero bastate le ultime elezioni italiane, anche quelle americane hanno riservato tensioni e sorprese fino all’ultimo istante utile. Uno dei pochi piaceri politici di quest’anno – forse l’unico – vedere il sovranista Trump sconfitto alle urne. Quello che più mi ha colpito è stato il suo atteggiamento a seguito della sconfitta elettorale. Svilente, squallido, infame, come certi politicanti italiani qualunque. Sapere che il fronte sovranista internazionale cominciasse a sgretolarsi, ha lasciato sperare (invano) che anche i sovranisti/pseudofascisti di casa nostra cominciassero a ridimensionarsi. Ma è stata un’illusione durata troppo poco. Purtroppo.
E finalmente (più o meno) arrivò il mese di dicembre, dove tutto il carico di stress e di malumori e di tristezze dovute al lockdown (soft) autunnale, si è schiantato su di me come un carico di mattoni in testa. Passare il Natale da solo è stato quasi un sollievo soprattutto notando come la gente si sia incattivita, e la notte di San Silvestro – complice il divieto di organizzare feste e veglioni – in casa da solo mi son goduto i fuochi d’artificio con cui quasi tutti i vicini hanno salutato per sempre quest’anno che difficilmente rimpiangerò.